Il Monte Linas, situato nella parte sud-occidentale della Sardegna e, più precisamente nel comune di Gonnosfanadiga, provincia del Sud Sardegna, è un complesso montuoso formatosi all’incirca trecento milioni di anni fa, nel cuore della regione storica dell’Iglesiente, e facente parte dell’ex comunità montana comprendente i comuni di Villacidro, San Gavino Monreale, Guspini, Gonnosfanadiga, Sardara, Pabillonis, Vallermosa e Arbus.
Costituito prevalentemente da graniti e rocce calcaree, il massiccio del Monte Linas è sede di numerosi giacimenti minerari, perlopiù di piombo e di zinco, e raggiunge la sua altezza massima con Punta Perda de sa Mesa (1236 metri) – la cima più elevata della Sardegna meridionale, estesa dal Monte Armentu fino alla zona mineraria di Oridda e alla piana del Cixerri –, seguita dal Monte Lisone (1082 metri), dalla Punta di San Miali (1062 metri) e dalla Punta Magusu (1023 metri).
Il gruppo roccioso del Monte Linas è inoltre caratterizzato dalla presenza di diversi canali, percorsi da numerosi torrenti, che danno origine ad alcune splendide e maestose cascate, tra le quali vale la pena citare quelle di Piscina Irgas e quelle di Muru Mannu, alte all’incirca settantadue metri.
Per quanto riguarda le specie floro-botaniche che arricchiscono il territorio, lungo tutto il perimetro del massiccio montuoso sono presenti diverse piante officinali come la camomilla, la belladonna e la calendula, mentre tra le rocce di granito rosa e grigio si fanno spazio i profumi e i colori dei cespugli di timo.
Il patrimonio boschivo del Monte Linas è invece costituito prevalentemente da leccio e arbusti tipici della macchia mediterranea come il corbezzolo, la fillirea, l’acero e l’olivastro; nella zona rocciosa, in prossimità dei corsi d’acqua e delle cascate, sono altresì presenti alcuni esemplari di salice e oleandro.
L’ecosistema del complesso montuoso è inoltre abitato da un numero considerevole di specie animali, tra le quali si distinguono in modo particolare il cervo sardo, il cinghiale, il daino, il muflone e – tra le più importanti entità avifaunistiche – il falco pellegrino, l’aquila reale, il gheppio e lo sparviero. Nelle aree del Monte Linas con maggior concentrazione calcarea scorrono, infine, alcuni fiumi sotterranei che nel corso del tempo hanno contribuito alla formazione di alcune grotte, come quella di San Giovanni.