Le Grotte di San Giovanni, situate nel territorio comunale di Domusnovas, in provincia del Sud Sardegna, sono un monumento naturale istituito dalla Regione Autonoma della Sardegna nel 1999, con determinazione del direttore generale dell’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente.
Sovrastata a oriente dal Monte Acqua (540 metri) e a occidente da Punta San Michele (908 metri), le grotte – che devono il proprio nome a una caverna usata anticamente come cappella dedicata a San Giovanni – si è generata in seguito al cedimento di un’enorme massa calcarea rocciosa, provocato dal passaggio di un fiume sotterraneo.
Completamente illuminate, le Grotte di San Giovanni risultano essere particolarmente singolari e uniche in Italia per via della presenza, al suo interno, di una strada praticabile che si estende per tutta la sua lunghezza. Il ramo principale della cavità, lungo all’incirca ottocentocinquanta metri, è interamente lambito dal rio ed è caratterizzato dalla presenza di enormi raggruppamenti a vaschetta e concrezioni di stalattiti e stalagmiti; gli altri due livelli delle Grotte di San Giovanni – il ramo superiore detto Bobore e il ramo attivo chiamato Su Stampu de Pireddu – sono invece accessibili esclusivamente agli speleologi esperti e portano la lunghezza complessiva del monumento a circa duemila metri.
Accanto ai due ingressi delle grotte, collocati rispettivamente a nord e a sud, sono stati inoltre rinvenuti alcuni resti di gigantesche mura preistoriche che avevano presumibilmente lo scopo di fortificarli e che rimasero in piedi fino al Diciannovesimo secolo; all’interno del sito sono stati invece ritrovati diversi reperti, perlopiù frammenti di vasellame, che testimoniano l’utilizzo della cavità come riparo o nascondiglio.
Durante l’inverno, l’ingresso settentrionale della Grotta di San Giovanni assorbe un piccolo corso d’acqua che scorre adiacente alla strada e raggiunge l’entrata meridionale della caverna, rendendola pressoché inaccessibile. La strada asfaltata che attraversa la Grotta di San Giovanni termina il suo percorso nella Valle di Oridda, bagnata dal Rio Sa Duchessa e immersa in un contesto ambientale – ricco di lecci, querce e tracce di complessi minerari – che conferiscono al sito una notevole importanza naturalistica, paesaggistica e culturale; oltre a renderlo meta preferita di arrampicatori sportivi provenienti da tutta l’Europa.