La grotta di Ispinigoli, situata nell’omonima località alle pendici del Supramonte di Dorgali, in provincia di Nuoro, è un’ampia cavità carsica caratterizzata dalla presenza di un’imponente colonna stalagmitica, alta all’incirca trentotto metri, che collega la volta dell’antro interno al suolo.
Le pareti della sala, profonda pressapoco trentacinque metri e con un diametro di ottanta metri, sono ricche di raggruppamenti calcarei e piccole stalagmiti che fanno da cornice a una profonda voragine a forma di imbuto – chiamata Abisso delle Vergini per la sua difficile accessibilità – che collega le ramificazioni sotterranee della grotta di Ispinigoli, estese per quasi dodici chilometri e attraversate da numerosi ruscelli e piccoli corsi d’acqua.
Sul fondo dell’inghiottitoio sono stati ritrovati alcuni resti di ossa e antichi monili di origine fenicia – attualmente esposti nel museo archeologico di Dorgali – che hanno dato adito alla diffusione di alcune leggende secondo le quali, all’interno della cavità, venivano compiuti sacrifici umani (di donne e bambine vergini) in favore degli dei.
Il clima dentro la grotta di Ispinigoli si aggira intorno ai quindici gradi e consente in questo modo l’apertura al pubblico della sala interna – nel periodo che va da aprile a ottobre –, visitabile attraverso un percorso della durata di quarantacinque minuti, che si estende dall’alto fino alla base della maestosa colonna, tramite una scalinata di quasi trecento gradini.
Le pareti della grotta di Ispinigoli offrono ai visitatori uno spettacolo di rara bellezza, sia per la forma delle concrezioni calcaree che per le sfumature di colore e i giochi di chiaroscuro lungo tutto il belvedere panoramico, che si interrompe all’ingresso della cavità in cui si trovano le fonti carsiche di San Giovanni Su Anzu, accessibili soltanto agli speleologi esperti.