La Grotta Corbeddu, situata nel territorio comunale di Oliena, in provincia di Nuoro, è così chiamata per via del noto bandito sardo, Giovanni Corbeddu, che verso la fine dell’Ottocento la utilizzò per diversi anni come nascondiglio.
Lunga all’incirca centotrenta metri, la cavità è caratterizzata dalla presenza di tre sale, all’interno delle quali sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici e numerosi resti umani risalenti ad almeno ventimila anni fa, che attestano la presenza umana in Sardegna fin dai tempi antichissimi. La Grotta Corbeddu, abitata anche nel neolitico, conservava al suo interno anche diverse ossa di specie animali oggi estinti.
Incastonata nel Supramonte, la cavità è una delle più incantevoli e affascinanti dell’intero complesso montuoso e le sue sale, collegate da corridoi e gallerie, sono ambienti di discrete dimensioni illuminati dalla luce proveniente dall’ingresso, con pareti e pavimento completamente levigati e impreziositi da concrezioni stalagmitiche e formazioni calcaree colonnari; alla fine della terza stanza è collocata una minuscola apertura riguardante un pozzo che, in tempi molto antichi, collegava la Grotta Corbeddu all’ampio sistema idrogeologico formato da Sa Oche, Su Bentu e dalla splendida sorgente carsica de Su Gologone.