Silì (Sibi, in sardo) è una frazione del comune di Oristano, situata nella provincia omonima, ricompresa nel Campidano di Simaxis. Il suo territorio, che si sviluppa accanto al letto del fiume Tirso, a quattro chilometri dall’aeroporto Fenosu, è fertile e ricco di vegetazione.
Molto praticata l’agricoltura, mentre risulta quasi scomparsa l’attività artigianale e manifatturiera, anticamente legata alla realizzazione di tegole in argilla, materiale fornito dai terreni di Golena. Silì si dimostra un importante centro archeologico per via dei ritrovamenti (fossili, strumenti in pietra e ossidiana, suppellettili) ivi rinvenuti e appartenenti al Neolitico; nei siti di Bau Proccus e Cuccuru’e Frumini possono trovarsi ancora oggi resti di utensili scheggiati, lavorati in vetro nero vulcanico del Monte Arci.
Il centro abitato si formò in età bizantina, e passò poi sotto il Giudicato di Arborea. Allo stesso periodo giudicale risale la chiesa di Santa Maria Maddalena, a una sola navata, mentre le chiese di San Pietro Apostolo e di San Michele Arcangelo, situate al centro del paese, risalgono forse al periodo altomedioevale.
Silì si trova in posizione strategica per visitare le meravigliose spiagge del Golfo di Oristano, in particolare Torregrande, la spiaggia di Abarossa, Su Siccu, San Giovanni del Sinis, la spiaggia di Funtana Meiga e le famose Maimoni, Is Arutas e Mari Ermi, tratti di litorali lunghi e sabbiosi caratterizzati da acque cristalline.
Nella vicina Siamaggiore è possibile ammirare la bellezza della chiesa di San Pietro di Silì, mentre per gli amanti della natura, non potrà mancare una passeggiata nei dintorni dello stagno di Santa Giusta, o nei vicini stagni di Mistras e Cabras (situato quest’ultimo nell’omonimo comune, famoso produttore di bottarga di muggine).
La vicinanza con Oristano rende Silì la meta ideale per iniziare un tour alla scoperta delle terre di Eleonora d’Arborea, la famosa giudicessa che emanò la Carta de Logu. Nel centro di Oristano merita una visita la Torre di San Cristoforo, la statua di Eleonora, il palazzo Arcivescovile, il palazzo Parpaglia e la chiesa di San Francesco. Il periodo migliore per visitare la zona (oltre all’estate) è marzo, momento in cui vivere le emozioni della Sartiglia, il carnevale oristanese. La frazione d’interesse presenta diverse strutture ricettive, come hotel, bed&breakfast e case vacanze.