Vico Mossa nacque a Serramanna, nella provincia del Sud Sardegna, il 15 ottobre del 1914. Frequentò le scuole elementari nel suo paese natale e successivamente proseguì gli studi a Cagliari, dove prese la maturità scientifica. Nel 1934 si trasferì a Roma e si laureò in Architettura nel novembre del 1939.
Rientrato in Sardegna, insegnò presso l’istituto d’arte di Sassari e conobbe Filippo Figari, Stanis Dessy ed Eugenio Tavolara. In seguito, il Comune di Sassari gli affidò l’incarico di progettare e dirigere i lavori della Casa dell’ECA (Ente Comunale di Assistenza), ma l’opera fu sospesa nel 1948 e l’edificio, lasciato a metà, venne trasformato per realizzare un albergo. Successivamente, sempre dal comune, gli venne assegnato l’incarico di restaurare il Teatro Civico; i lavori di restauro procedettero lentamente e terminarono nel 1966. Nel 1943,
Vico Mossa sposò Clara Salis, da cui ebbe due figli, e in questo periodo conobbe un altro grande artista, Mario Delitala, con il quale instaurò un rapporto professionale e di amicizia. Nel 1950, insieme ad Antonio Simon Mossa, su incarico del Comune, predispose la sistemazione del litorale di Platamona, dando così ai sassaresi una spiaggia vicino alla città.
Sempre insieme ad Antonio Simon Mossa, allestì una mostra in viale Umberto intitolata “ La mostra regionale dell’artigianato e delle piccole industrie della Sardegna ”. Dal 1956 al 1961, Vico Mossa insegnò Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti all’Università di Cagliari. Nel 1961 fu nominato dal ministero Ispettore onorario per le Arti e Tradizioni popolari e, in seguito, Ispettore degli Oggetti di antichità e arte per la Provincia di Sassari. In occasione del centenario dell’Unità d’Italia, venne incaricato di allestire un padiglione Sardegna nella mostra delle regioni a Roma e Torino.
Dopo una serie di incarichi e di lavori svolti in tutta l’isola, nel 1973 il Comune di Sassari gli diede il compito di restaurare la Fontana del Rosello e di illuminare tutti i monumenti della città. Durante i lavori alla Fontana, non essendo stato possibile recuperare la statuetta originale di San Gavino, Vico Mossa ne fece scolpire una nuova da Gavino Tilocca, in base alle fotografie di quella originale. Durante la vita, Mossa fece numerosi progetti per le chiese e gli edifici importanti dell’isola, ma collaborò anche con diversi giornali e riviste, tra cui “ L’Isola ”, “ La Fionda ”, “ La Nuova Sardegna ”, “ Il Convegno ” e “ Urbanistica ”.
Vico Mossa fu il terzo architetto sardo dopo Garau e Devoto; morì a Sassari il 23 marzo del 2003, all’età di ottantanove anni.