Giuseppe Dessì nacque a Cagliari il 7 agosto del 1909 e trascorse l’adolescenza a Villacidro. Ribelle e inquieto, soprattutto a causa della lontananza del padre militare, Dessì collezionò una serie di bocciature e maturò pensieri suicidi fino al momento in cui decise di riprendere la formazione e dedicarsi allo studio del latino e del greco, prima di trasferirsi a Cagliari per frequentare il ginnasio.
Nel 1929 si iscrisse al Liceo Classico Dettori, frequentato anche da Antonio Gramsci, che terminò pur con notevoli difficoltà di inserimento dovute alla differenza di età con i compagni. Conclusa l’esperienza scolastica, Giuseppe Dessì tentò di iscriversi nella classe di lettere della Scuola Normale di Pisa, ma non venne ammesso e ripiegò per l’università statale.
Dopo la laurea iniziò ad insegnare in varie città italiane e nel 1941 venne nominato Provveditore agli Studi di Sassari. Verso la fine degli anni Trenta iniziò a pubblicare i primi romanzi, scritti in italiano ma in cui non mancano espressioni nella variante campidanese della lingua sarda; tra le opere più importanti dello scrittore si ricordano San Silvano (1939), Michele Boschino (1942), L’isola dell’angelo (1949), La frana (1950) I passeri (1955) e il celebre Paese d’ombre, con cui vinse il Premio Strega nel 1972.
Giuseppe Dessì, nell’arco della sua carriera, realizzò anche diverse opere teatrali come La giustizia, diffusa dalla BBC e dalla RAI, La trincea, in onda su RAI 2 il giorno dell’inaugurazione del canale (4 novembre 1961), ed Eleonora D’Arborea, dedicata alla giudicessa sarda.
Vicino alle idee liberal-socialiste e ammiratore di Emilio Lussu, Dessì iniziò a collaborare anche con il settimanale politico-letterario “ Riscossa ”, fondato a Sassari nel 1944. Dal 1960 al 1964 fu consigliere comunale a Grosseto nella lista del PCI, in cui si iscrisse nel 1974.
Giuseppe Dessì morì a Roma il 6 luglio del 1977 e in suo ricordo fu istituito nel 1986, a Villacidro, il Premio Letterario Giuseppe Dessì; vinto, nel corso degli anni, da poeti del calibro di Alda Merini, Elio Pecora e Patrizia Cavalli e da narratori come Niccolò Ammaniti, Marcello Fois, Giulio Angioni, Salvatore Mannuzzu e Michela Murgia.