Gerolamo Araolla nacque a Sassari intorno alla metà del XVI secolo, da un’illustre famiglia della città, e viene tuttora considerato dagli studiosi come il primo vero poeta in lingua sarda. Conosciuto anche come Hieronimu Araolla, fu un allievo del medico e filosofo Gavino Sambigucci e, dopo aver intrapreso gli studi in Lettere e Filosofia, si laureò in Diritto presso l’Università di Pisa.
Non si hanno molte notizie sull’esistenza di Araolla, ma pare che dopo la laurea si sia avvicinato alla vita ecclesiastica, abbia preso i voti e sia diventato canonico del Capitolo di Bosa, cittadina in provincia di Oristano, molto probabilmente intorno al 1569.
Oltre che religioso, Gerolamo Araolla fu anche, come detto, un’importante poeta e tra le sue opere si distinguono in particolar modo i versi scritti prevalentemente in sardo logudorese; egli biasimava infatti gli autori conterranei dell’epoca che ricorrevano alle lingue straniere – specialmente spagnolo e italiano – e con la sua opera si proponeva di dare all’idioma dell’isola la sua dignità letteraria.
Nel 1582, Gerolamo Araolla pubblicò il suo primo poema dal titolo Sa vida, su martiriu e morte dessos gloriosos Martires Gavinu, Brothu e Gianuari (La vita, il martirio e la morte dei gloriosi Martiri Gavino, Proto e Gianuario), opera composta da circa duemila versi, che venne divulgata in tutta la Sardegna, e in cui comparve per la prima volta il sistema strofico dell’ottava, destinato a diventare in seguito – soprattutto nella tradizione della poesia estemporanea sarda – una delle forme più utilizzate.
Nel 1597 pubblicò a Cagliari Rimas diversas Spirituales, una raccolta quasi completa di tutti i suoi componimenti in limba. La morte di Gerolamo Araolla viene collocata tra il 1595 e il 1615.