Aligi Sassu nacque a Milano il 17 luglio del 1912. Figlio di Antonio Sassu, uno dei fondatori del Partito Socialista Italiano a Sassari, a soli sette anni venne portato dal padre all’esposizione Nazionale Futurista che si teneva presso la Galleria Moretti di Palazzo Cova. All’inizio del 1921 si trasferì a Thiesi insieme alla sua famiglia, frequentò lì le scuole elementari e conobbe per la prima volta i cavalli, che divennero successivamente i soggetti più rappresentati nei suoi dipinti. La permanenza in Sardegna per la famiglia durò solamente tre anni e, ritornati a Milano, Aligi Sassu continuò a mostrare una passione ed un interesse per la letteratura e per l’arte futurista, ma per via di alcune difficoltà economiche dovette abbandonare gli studi, che riuscì a completare successivamente dedicandosi a svariati lavori.
In seguito, grazie ad un incontro con il fondatore del futurismo Filippo Tommaso Marinetti, Aligi Sassu partecipò nel 1928 alla Biennale di Venezia e, grazie alle conoscenze artistiche del padre, poté scoprire le opere di Gaetano Previati, Giandante X e Carlo Carrai. Studiò inoltre Picasso, Velazquez e il nudo plastico e, tra il 1927 e il 1929, dipinse quadri di piccole dimensioni che avevano come soggetto le industrie e lo sport; tra questi si ricordano in particolare: I ciclisti, I minatori, L’operaio e Gli uomini Rossi.
Nel 1930 allestì la sua prima mostra importante a Milano e successivamente si spostò a Parigi dove studiò le opere di Matisse, Gericault, Cezanne e Delacroix, a cui si ispirò per la realizzazione di alcuni suoi dipinti. Nel 1936 realizzò le sue opere più celebri: Il caffè e I concili. Sassu, oltre ad essere un grande artista, fu anche molto attivo politicamente: simpatizzante dei partigiani spagnoli durante lo scoppio della guerra civile in Spagna, fu un convinto antifascista. Dipinse inoltre l’opera La fucilazione nelle Asturie e, in seguito ad un’accusa di complotto, venne rinchiuso nel carcere di Regina Coeli a Roma. Durante la reclusione, Aligi Sassu non abbandonò l’arte e dipinse alcuni soggetti mitologici e alcuni ritratti di carcerati. Nel 1938 venne liberato e tre anni più tardi espose per la prima volta in pubblico il dipinto Gli uomini Rossi.
Nel 1943 illustrò i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni e presentò le sue illustrazioni nel 1983 presso la casa Manzoni di Milano. Dopo aver trascorso un periodo a Varese ed essersi avvicinato alla ceramica, Sassu fece ritorno in Sardegna nel 1950 e, traendo ispirazione dai magnifici paesaggi dell’isola, dipinse alcune scene della vita contadina e marinaresca, come Le tonnare. Studiò i murales e i muralisti Diego Rivera e Jose Clemente Orozco, oltre che Van Gogh e Piero della Francesca.
Nel 1954 incontrò personalmente Pablo Picasso, che gli mostrò alcune delle sculture che avrebbe esposto al Museo Antibes. Due anni dopo, Aligi Sassu mise in mostra le sue opere, tra cui I martiri di piazzale Loreto, alla Biennale di Venezia. Nel 1965 le sue sculture e i suoi dipinti vennero esposti alla Galleria Civica di Monza e successivamente fece una mostra a Bucarest e alla Galleria d’Arte Moderna di Cagliari. Nel 1967 si trasferì a Monticello Brianza e si dedicò prevalentemente alla realizzazione di murales. Nel 1968 dipinse il Che Guevara, che venne donato in seguito al museo de L’Avana. Nel 1969 ricevette il primo premio del muro dipinto e gli venne dedicata una sala nella Galleria dell’Arte Moderna del Vaticano.
Sassu realizzò inoltre alcuni mosaici per la parrocchia Sant’Andrea di Pescara e, qualche anno dopo, iniziò una serie di mostre che interessarono varie regioni e nazioni; spostandosi da Rotterdam a Torino, Ferrara, Maiorca, Roma, Milano, Siviglia, Germania, Madrid, Montreal e Ottawa. Nel 1986 completò le centotredici tavole sulla Divina Commedia e, sei anni dopo, partecipò al progetto “ Arte Italiana nel Mondo ”, esponendo le sue opere a San Paolo, Bogotà e Buenos Aires. Completò infine il murale I miti del Mediterraneo, nella nuova sede del Parlamento europeo a Bruxelles. Nel 1996 donò circa trecentocinquantasei opere alla città di Lugano, nacque la Fondazione Aligi Sassu e Helenite Oliveras a Maiorca e l’Associazione culturale ONLUS Amici dell’arte di Aligi Sassu. Morì a Pollença, in Spagna, il 17 luglio del 2000.