Il catalano algherese o più semplicemente dialetto algherese (in catalano alguerès) è una variante della lingua catalana parlata esclusivamente nella città di Alghero, in provincia di Sassari.
Al contrario del dialetto tabarchino parlato nell’arcipelago del Sulcis, a cui lo Stato italiano non attribuisce l’identità di lingua minoritaria, il catalano algherese è riconosciuto dalla Legge n. 482 del 15 dicembre 1999 (art. 2) – sulle “ Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche ” – ed è altresì tutelato dalla Legge Regionale n. 26 del 15 ottobre 1997 (art. 2, comma 4) – sulla “ Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna ” –, attraverso la quale l’Amministrazione regionale assegna al catalano di Alghero, al tabarchino di Carloforte e Calasetta e alle parlate alloglotte (sassarese e gallurese) la stessa rilevanza culturale e linguistica che riconosce alle due macro-varianti che compongono la lingua sarda (logudorese e campidanese).
Pur rappresentando un sottogruppo linguistico del catalano e mantenendo in buona parte elementi originali della lingua – diffusasi intorno al XIV secolo con la cacciata dei sardi e dei genovesi da parte degli occupanti catalano-aragonesi –, l’isolamento geografico e gli influssi provenienti successivamente dall’italiano, dal sardo e dal sassarese hanno gradualmente trasformato il dialetto algherese in una varietà mista, unica nel suo genere, soprattutto per lessico e pronuncia.
Secondo alcune ricerche socio-linguistiche, commissionate dalla Regione, il catalano di Alghero è oggi compreso da una buona parte di algheresi, circa il 60% degli abitanti, ma viene parlato in misura minore rispetto al passato, da poco più del 20% della popolazione. Per cercare di evitare l’estinzione dell’idioma, sono attive nel territorio alcune associazioni culturali che operano al fine di diffondere la conoscenza del catalano algherese, anche attraverso corsi e pubblicazioni letterarie.