La Torre di Sant’Elia, situata sulla Sella del Diavolo punta dell’omonimo promontorio, nel territorio comunale di Cagliari, centro dell’omonima Città Metropolitana, è una delle centocinque fortificazioni di avvistamento costruite durante il periodo di dominazione spagnola, con lo scopo di proteggere le coste della Sardegna dalle possibili minacce nemiche provenienti dal mare e rappresentate, in particolar modo, dalle frequenti incursioni messe in atto da parte dei corsari barbareschi.
Edificata presumibilmente intorno al Sedicesimo secolo, la Torre di Sant’Elia presenta una struttura in pietra calcarea a forma tronco-conica – come la quasi totalità delle torri aragonesi innalzate lungo le sponde dell’isola, fatta eccezione per la squadrata Torre Salinas di Muravera – ed è caratterizzata da un’altezza di circa sei metri, un perimetro dal diametro di cinque metri e una camera interna chiusa da un soffitto a cupola.
Collocata a quasi centoquaranta metri sopra il livello del mare, la Torre di Sant’Elia – che si trova oggi in uno stato di completo abbandono – aveva perlopiù una funzione di vedetta e segnalazione, grazie all’ottima vista panoramica che consentiva di mantenere un continuo contatto con quasi tutte le fortificazioni costiere affacciate sul Golfo degli Angeli.