La Torre di San Giovanni, che prende il nome dalla vicina chiesa dedicata a San Giovanni di Sinis, è una delle numerose torri di avvistamento, segnalazione e difesa, costruite durante il periodo di dominazione aragonese lungo le coste dell’isola, con lo scopo di controllare e proteggere il territorio dalle possibili incursioni nemiche.
Edificata con molta probabilità a cavallo tra il Quindicesimo e il Sedicesimo secolo, la Torre di San Giovanni è – dopo quella di Torre Grande – la fortificazione più imponente tra quelle affacciate sul Golfo di Oristano e, per questo motivo, prevalentemente utilizzata per la difesa pesante.
Situata a circa cinquanta metri sopra il livello del mare (domina il lato ovest con la spiaggia dell’istmo di Capo San Marco e spiaggia San Giovanni di Sinis e il lato est con la spiaggia di Mare Morto) è caratterizzata da una struttura in roccia calcarea a forma cilindrica, la Torre di San Giovanni è alta all’incirca undici metri e presenta un perimetro dal diametro di oltre quattordici metri; la camera interna, larga pressapoco sei metri, è inoltre racchiusa da un soffitto a cupola e corredata di cisterna, caminetto e vano utilizzato come alloggio del comandante; l’apertura d’ingresso della torre aragonese è invece collocata a circa cinque metri dal suolo e consentiva l’accesso esclusivamente tramite una scala a corda o a pioli, che poteva essere facilmente risollevata per impedire così il passaggio dei nemici; mentre una scala fissata lungo le pareti murarie consentiva infine di raggiungere la balaustra della terrazza, conosciuta come piazza d’armi, in cui erano posizionate le artiglierie.
Completamente dismessa intorno al 1846 per poi essere utilizzata esclusivamente per la lotta al traffico illecito, la Torre di San Giovanni era presidiata da una guarnigione composta da un alcalde, un artigliere, sei soldati e si trovava in diretto contatto visivo con le altre fortificazioni comprese nel sistema difensivo di Cabras, come la Torre di Su Pottu, la Torre di Capo San Marco e la Torre di Seu.