Il carnevale di Cuglieri, paese appartenente alla regione storica del Montiferru, in provincia di Oristano, rientra nel filone delle celebrazioni legate ai riti dionisiaci, che caratterizzano molti carnevali dell’isola, e si distingue per la presenza di particolari maschere tradizionali, chiamate Sos Cotzulados, che si discostano in modo evidente dalle altre maschere tipiche dei carnevali sardi, a partire soprattutto dall’abbigliamento.
Esse indossano infatti costumi singolari che prendono il nome dalle conchiglie (soprattutto valve) con le quali viene ricoperto il corpo e che vengono legate tra loro per formare una sorta di mantella, posta sopra pelli di capre e altri animali, che durante i balli produce i caratteristici suoni.
Il viso de Sos Cotzulados è tinto di ocra gialla, colore rappresentante il lutto nell’antica Sardegna, e sulla fronte portano un corno sul cui significato ancora oggi non si hanno notizie certe; l’ipotesi che più sembra convincere è quella che lo identifica con una cornucopia, ovvero il corno che simboleggia l’abbondanza.
La maschera dei Cotzulados è stata riscoperta in anni relativamente recenti, in seguito al ritrovamento e agli studi di un testo del 1773 redatto dal frate gesuita Bonaventura Licheri; egli visitò Cuglieri in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, e nella sua poesia intitolata Gurulis Nova Sant’Antoni in S’ierru, dello stesso periodo, descrive proprio la processione del carnevale di Cuglieri, le tipiche maschere tradizionali e il particolare corno legato sulla fronte.