“ Sexto ab urbe lapide ”, ossia all’altezza della sesta pietra miliare (all’incirca otto chilometri) da Cagliari, lungo la strada che da lì conduce a Porto Torres (la suddetta pietra miliare è oggi conservata in una chiesa del paese, San Giorgio): da questa notazione geografica prende il nome Sestu, un paese che oggi fa parte della Città Metropolitana di Cagliari e che conta più di ventimila abitanti che in gran parte lavorano nel capoluogo (per raggiungere il quale impiegano circa un quarto d’ora) ma vivono qui, nella tranquillità della campagna del basso Campidano, sulle fertili sponde del Rio Matzeu, coltivate a vite, cereali e ortaggi.
Il toponimo è romano, la storia della zona è ben più antica, risalendo al periodo nuragico; tant’è che Sestu è ricco di reperti archeologici dell’epoca, tra i quali interessanti resti di villaggi di capanne di fieno. Non mancano reperti meno antichi come alcune necropoli di età punica.
Da visitare è sicuramente il verdeggiante Parco Comunale che, oltre ad ospitare una ricca flora, presenta al suo interno ben due chiese, quella di San Gemiliano e quella di San Salvatore, che custodisce dipinti e statue al proprio interno. Nel visitare Sestu non si dimentichi un’occhiata alle botteghe artigiane del centro, nelle quali si possono trovare, oltre ai tradizionali cestini intrecciati, manufatti in legno, rame e ferro battuto.
Il comune di Sestu è inoltre uno dei pochissimi centri del sud della Sardegna a mettere in scena un Carnevale tradizionale, con tanto di maschere tipiche.