Ghilarza (in sardo campidanese Bilàrtzi) si trova in provincia di Oristano, sull’altopiano di Abbasanta, in un territorio che non fa parte né del Logudoro, né del Marghine, né di nessun’altra delle regioni storiche confinanti; tanto che viene chiamato semplicemente il “ ghilarzese ” e che vanta testimonianze di presenze umane risalenti alle età nuragica, fenicio-punica, bizantina e romana.
Si tratta di un paese di quasi cinquemila abitanti, la cui economia si basa da sempre sull’agro-pastorizia oltre che sull’edilizia; ma da sempre Ghilarza porta avanti anche un notevole interesse per la cultura, tanto che già nel Duecento vi è stata fondata la prima scuola, mentre a fine Ottocento vi venne fondato un Circolo di Lettura, e risale ad inizio Novecento il primo Circolo Femminile: si pensi che attorno al 1960 Ghilarza – in anni prima aveva passato la giovinezza pure Antonio Gramsci, al quale è oggi dedicata una Casa Museo – vantava la più alta percentuale di laureati per abitanti della Sardegna.
L’edificio di maggiore interesse dell’intero paese è sicuramente la chiesa di San Palmerio, che risale al XIII secolo ed è stata costruita in stile romano arcaico con trachite bianca e nera, mentre l’annessa torre aragonese è del XV secolo.
Passeggiando per il paese, non si potrà fare a meno di notare la bellezza delle sue tipiche case in basalto. Durante gli eventi folkloristici è possibile apprezzare il costume tradizionale indossato dai gruppi folk di Ghilarza. Si consiglia una visita al nuraghe Orgono e al nuraghe Losa, anche se in direzione opposta al paese.
Il comune di Ghilarza comprende le frazioni di San Michele, San Serafino, Santa Maria Trempu, Zuri e San Giovanni di Ghilarza.