My Sardinia

Autore: Mario Lo Monaco

  • Insediamento Nuragico di Lu Brandali (Santa Teresa di Gallura)

    Nella frazione di Santa Reparata, in Santa Teresa di Gallura (provincia di Sassari), si trova uno dei complessi archeologici più importanti del nord Sardegna: l’insediamento nuragico di Lu Brandali. Il sito fu scoperto da Michele Careddu nel 1967, e racchiude la tomba di giganti Lu Brandali, il nuraghe Lu Brandali più un antemurale e i resti di un antico villaggio.

    La costruzione di maggior spicco all’interno dell’insediamento nuragico è il nuraghe Lu Brandali, collocato su rocce granitiche e costituito da una torre (anticamente divisa in due torri e una cortina) e dall’antemurale. Il nuraghe è di tipo misto. La sua struttura riunisce infatti le caratteristiche dei nuraghi tholos e dei nuraghi a corridoio; il crollo non ha permesso di ricostruire la divisione degli ambienti interni.

    La posizione del nuraghe Lu Brandali è elevata rispetto agli altri reperti e la costruzione si sviluppa su livelli sfalsati. A sud-est del sito si trova la tomba di giganti Lu Brandali, opera funeraria composta da tombe a tafone e ripari sotto la roccia. La tomba di giganti era un tempo un maestoso complesso: gli studiosi hanno rinvenuto durante gli scavi ben cinquanta inumati tra uomini e donne.

    Nell’insediamento nuragico Lu Brandali i turisti possono ammirare altresì i resti del villaggio, testimonianza importante della vita quotidiana in età antica. In base ai ritrovamenti (tra cui falcetti e strumenti per la produzione del formaggio) gli archeologi hanno desunto l’economia si basasse su agricoltura e allevamento.

    Le abitazioni presentano doppi parametri murari, i blocchi di materiale si dispongono a filari regolari legati con malta di fango, i pavimenti sono in terra battuta o roccia naturale. Secondo i rilievi il villaggio era una volta formato da 36 capanne di forma circolare, risalenti al periodo compreso tra XIV sec e il X a.C..

    Dove si trova

    L’insediamento nuragico, si trova nella regione storica della Gallura, all’interno del comune di Santa Teresa di Gallura, in frazione Santa Reparata. Per visitare l’area archeologica si consiglia di alloggiare nelle case vacanze e negli appartamenti adiacenti.

    Come arrivare all’insediamento nuragico di Lu Brandali

    Percorrere da Olbia la SS125 in direzione Palau e immettersi dopo trentasei chilometri nella SS133 fino a Santa Teresa di Gallura. Di qui, seguire le indicazioni per Capo Testa e Baia di Santa Reparata, dove si trova il sito.

  • Baia Santa Reparata

    Nella meravigliosa cornice di Capo Testa, in Santa Teresa di Gallura (provincia di Sassari), si trova Baia Santa Reparata, un’insenatura naturale situata nell’omonima frazione che comprende alcune tra le spiagge più belle del nord Sardegna.

    Sulla rientranza di Baia Santa Reparata che affaccia sull’istmo del promontorio di Capo Testa, si trova la spiaggia di Rena di Levante o spiaggia di l’Istimu e poco più a nord la spiaggia Zia Culumba, separata da un ponte dalla spiaggia di Rena di Ponente, dove visitare i resti di una necropoli romana. Baia Santa Reparata rappresenta uno dei paradisi naturali più apprezzati dell’intera regione Gallura, merito delle incredibili formazioni rocciose che caratterizzano il paesaggio.

    Il tratto di mare d’interesse è racchiuso fra una delle punte di Capo Testa e Punta Contessa o di Monti Rigalu, e si presenta come uno specchio d’acqua dalle sfumature blu intenso, turchesi e azzurre che si mescolano creando uno spettacolo di colori inediti, visibile solo a Baia Santa Reparata.

    La baia stessa è in punto d’ingresso principale di Capo Testa, in cui visitare la Valle della Luna (ultimo paradiso degli hippies), le cave romane e spiagge incontaminate come Cala Spinosa, Cala Francesa, Cala di Mezzu, Cala Grande e Cala di I’Ea.

    Il promontorio è soprattutto meta degli amanti del trekking, che qui potranno incontrare testuggini in libertà e percorrere ben cinque sentieri diversi fra rocce antropomorfe e macchia mediterranea. Attorno alla baia si trovano hotels di lusso e residence con case vacanze vista mare e dotati di ogni comfort. I servizi principali, si trovano nel centro di Santa Teresa di Gallura, distante solo due chilometri.

    A Santa Teresa non potrà mancare una visita alla Torre di Longonsardo, di eredità spagnola, all’insediamento nuragico Lu Brandali e alle chiese, tra cui la chiesa di San Vittorio.

  • Marina di Porto Pozzo

    Nella frazione di Porto Pozzo, appartenente al comune di Santa Teresa di Gallura in provincia di Sassari, c’è la Marina di Porto Pozzo, ridente porto turistico situato nell’ampio fiordo che si forma ad est della penisola de La Coluccia. Il porticciolo dispone di 80 posti barca per lunghezza massima di 15 metri. Si tratta di un approdo per piccole imbarcazioni su pontili, munito di distributore e i cui si trovano diversi servizi, tra cui bar, market e un rinomato ristorante-pizzeria.

    Alla destra del porticciolo di Porto Pozzo si trova la spiaggia di Porto Pozzo, dotata di parcheggio non a pagamento e caratterizzata da sabbia a grani grossi color ocra, con fondale basso adatto a bambini. Sulla destra si sviluppa invece la Peschiera, dov’è ancora viva la tradizione dell’antico borgo di pescatori, oggi riuniti in cooperativa.

    La frazione di Porto Pozzo si trova invece a venti chilometri da Palau e una decina da Santa Teresa di Gallura, in prossimità della bellissima Val di Mela, un luogo incantato, ai piedi del Caresi, in cui gli appassionati di trekking si recano per apprezzare le maestose rocce granitiche. Nel centro di Porto Pozzo non potrà mancare una vista alla chiesa parrocchiale di San Tommaso, costruita negli anni ’30 del 1900: qui ogni anno si svolge la festa dedicata al santo, rievocazione degli antichi culti di Gallura.

    A poca distanza dal porticciolo di Porto Pozzo si trova la Valle dell’Erica, area costiera davvero suggestiva. Le spiagge più belle nelle vicinanze sono la spiaggia del Liscia e la spiaggia la Licciola. Con escursioni in barca dal porticciolo di Porto Pozzo si raggiunge in breve tempo l’isola di Spargi, appartenente all’Arcipelago della Maddalena.

    Dove si trova

    Il porticciolo è situato nella frazione di Porto Pozzo, appartiene al comune di Santa Teresa di Gallura ed è situato sulla costa nord-est della Sardegna.

    Come arrivare alla Marina di Porto Pozzo

    Il porticciolo di raggiunge da Olbia percorrendo la SS125 Orientale Sarda in direzione Costa Smeralda-Palau, svoltando dopo quaranta chilometri circa per Porto Pozzo.

  • Galleria Henry (Buggerru)

    La Galleria Henry si trova sulla costa del comune di Buggerru, in provincia del Sud Sardegna. Si tratta di un’opera ingegneristica di alto livello culturale e architettonico, fra le più belle del Sulcis e si colloca all’interno dell’ex-miniera di Planu Sartu, appartenente al Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

    La galleria fu scavata nel lontano 1865 e consentiva il trasporto dei minerali (prevalentemente piombo e zinco) dai cantieri sotterranei alle laverie per mezzo di una rotaia. Il tunnel della Galleria Henry è imponente, scavato nella roccia, realizzato per ospitare le dimensioni di un treno a vapore. L’opera rappresentò una vera e propria rivoluzione del settore minerario in Sardegna, perché in epoca antecedente per trasporto dei materiali erano impiegati animali da soma.

    Oggi la galleria è diventata un importante polo turistico, è possibile accedervi in tutta sicurezza e sono presenti al suo interno numerose indicazioni, utili a non perdersi nel labirintico percorso. La sua caratteristica principale è il rapporto con le meravigliose falesie della costa, cui si accede da piccole gallerie che creano quadri naturali sul mare.

    La costruzione non da meno, si trova in uno dei tratti litoranei più belli del Sulcis, a due passi dalla spiaggia di Cala Domestica e dalla Spiaggia di Sa Caletta. Il percorso in cui è inserita la Galleria Henry, fa parte del siti di interesse comunitario della Costa di Nebida.

    Fra le altre attrazioni presenti nell’area, non può mancare una visita al porticciolo turistico di Buggerru, alla spiaggia di Buggerru e, naturalmente, all’ex-villaggio minerario di Planu Sartu (in cui un tempo risiedevano 2.000 abitanti). Si consiglia inoltre di visitare il villaggio minerario abbandonato di Caitas e la vecchia miniera di Malfidano. L’ex-miniera di Planu Sartu ospita inoltre recenti scavi medioevali.

    Dove si trova

    La Galleria Henry si trova nel comune di Buggerru, in provincia del Sud Sardegna, lungo la costa sud occidentale dell’isola.

    Come arrivare alla Galleria Henry

    Percorrere da Iglesias la SS126 in direzione del Lago Corsi, e all’altezza di Fluminimaggiore, imboccare la SP83 in direzione Portixeddu-Buggerru. L’entrata della Galleria di trova all’inizio del percorso naturalistico di Cala Domestica, sono organizzate visite guidate in treno su prenotazione obbligatoria.

  • Castello Doria (Chiaramonti)

    Il Castello Doria si trova nel comune di Chiaramonti, in provincia di Sassari, all’interno della regione storica dell’Anglona. La fortezza risale al XIV secolo e si erge nella parte alta della città a 465 metri di altezza. Il castello, come numerosi altri possedimenti presenti in Sardegna (il Castello dei Doria di Castelsardo ad esempio), apparteneva alla famiglia dei Doria, e aveva funzione difensiva.

    Il Castello Doria di Chiaramonti, deve la sua denominazione cognome materno di Brancaleone Doria, marito di Eleonora d’Arborea. Il progetto originario del Castello Doria prevedeva una torre a pianta quadrata da inserire in una cinta di mura contenente gli alloggi delle truppe. La torre, successivamente costruita, è stata riconvertita in epoca aragonese di una chiesa, e di essa resta oggi solo la sagoma.

    La chiesa è formata da un’unica navata e da otto cappelle laterali. Vicino l’abside, sono ancora presenti i resti delle volte a crociera costolonate, mentre su uno dei fianchi della chiesa si trova quello che sembra un campanile in conci di calcare bianco. I comune che ospita il Castello Doria, Chiaramonti, è ricco di testimonianze storiche e archeologiche, tra cui il nuraghe Ruju e la necropoli Su Murrone.

    Si consiglia una vista alla Chiesa Campestre di Santa Maria Maddalena de Orrea Pithinna, dove l’ultima domenica di maggio si tiene una bella festa, e alla chiesa del Carmelo, situata nel centro del paese. Il paesaggio di Chiaramonti è ricco di sorgenti e cascate naturali (la cascata della Mola ad esempio), di boschi di rovereti e lecci, l’area è adatta al trekking, da praticare nella vallata di Martis e nei dintorni di Ozieri.

    Dove si trova

    La fortezza di trova nel centro storico di Chiaramonti, nella Sardegna nord-centrale, a 38 chilometri da Sassari.

    Come arrivare al Castello Doria

    Imboccare da Olbia la SS127 in direzione Tempio Pausania. Superata Ozieri, svoltare per Ardara e seguire le indicazioni per Chiaramonti. Il castello si trova nella parte alta della città.

  • Salvatore Mereu

    Salvatore Mereu è un regista italiano nato a Dorgali, in provincia di Nuoro, nel 1965. La sua formazione cinematografica inizia all’Università di Bologna, e prosegue presso la Scuola Nazionale di Cinema a Roma. La sua carriera ha origine con la produzione di cortometraggi e lungometraggi.

    Il successo del giovane artista arriva nel 2003 con la vittoria alla 60° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia con Ballo a tre passi, che gli vale l’anno successivo il David di Donatello come miglior regista esordiente. Fra le opere più conosciute di Salvatore Mereu, vi sono Sonetàula ”, “ Tajabone ”, “ Bellas Mariposas ” (tratto dall’omonimo racconto di Sergio Atzeni), Transumanza e La vita adesso.

    Nelle opere l’artista rappresenta spesso la vita in Sardegna, e introduce tutti gli elementi della tradizione e della cultura sarda. Le pellicole presentano i paesaggi, i costumi (tra cui il costume sardo di Dorgali), l’umiltà della vita rurale e l’insieme delle difficoltà quotidiane affrontate dalla gente dell’isola.

    In una recente intervista, sul rapporto personale del regista con la Sardegna, Salvatore Mereu ha dichiarato “ Io sento fortemente il richiamo della mia terra e non sono sicuro di voler infliggere questa eredità ai miei figli. Non so se sia un bene stringere un legame così forte con un paese dove non ci sono prospettive. Per ora cerco di fargli vedere il mondo, poi sceglieranno loro ”.

    Nel 2014 Salvatore Mereu è stato premiato al Notorius Film Festival di Cagliari grazie all’opera fuori concorso La vita adesso.

  • Castello dei Doria (Castelsardo)

    Il Castello dei Doria si trova a Castelsardo, in provincia di Sassari, all’interno della regione storica della Romangia. Si tratta di una delle fortezze più affascinati della Sardegna: una imponente roccaforte inerpicata su un promontorio che guarda direttamente al mare. Il castello fu costruito nel 1102 dalla famiglia genovese dei Doria, tanto che l’attuale Castelsardo prese il nome a quel tempo “ Castelgenovese ”.

    Una volta eretto, il Castello dei Doria divenne in breve tempo il centro amministrativo e culturale più importante della zona, gli abitanti delle periferie vi si trasferirono, e la città fortificata proteggeva sé stessa con alte mura e imponenti bastioni da ogni attacco. In epoca giudicale, il forte divenne sede del Giudicato di Arborea, e la stessa Eleonora d’Arborea (autrice della Carta de Logu) vi abitò a lungo, fino all’avvento del Regno di Sardegna aragonese.

    Da quel momento il Castello dei Doria divenne sede vescovile e la città prese il nome di Castelaragonese, fino a divenire Castelsardo nel 1797, sotto la dinastia sabauda di Carlo Emanuele III. Col trascorrere degli anni le strutture difensive del Castello dei Doria sono state via via modificate, fino a creare un sistema bastionato complesso.

    Torri a picco sul mare e forti si alternano uniti dalla cinta muraria, che sale vertiginosamente dal basso verso l’alto. Il castello vero e proprio comprendeva ai tempi della famiglia Doria un vano centrale, utilizzato come residenza nobiliare, una cisterna per l’acqua, dispense per i viveri e alcune postazioni per le truppe.

    La struttura è attualmente ben conservata perché il mare ha impedito i fenomeni di erosione, e ospita la suo interno il Museo dell’Intreccio Mediterraneo, interamente dedicato all’arte dell’intreccio sardo.

    L’antico camminamento delle guardie è in alcuni tratti ancora percorribile, e sono visibili i punti fortificati di Bellavista, Manganelo, Sperone e una Loggetta. Dalle terrazze del castello si ammirano incantevoli scorci sull’isola Asinara. Trovandosi a breve distanza si consiglia una visita alla Cattedrale di Sant’Antonio Abate come anche alla Chiesa di Santa Maria.

    Dove si trova

    La fortezza di trova nel Comune di Castelsardo, in provincia di Sassari, sulla costa settentrionale sarda.

    Come arrivare al Castello dei Doria

    Imboccare da Sassari la SS200 in direzione Sorso fino al centro di Castelsardo.

  • Matteo Boe

    Dopo Graziano Mesina, Matteo Boe è considerato tra i più famosi banditi di Sardegna, conosciuto soprattutto per la rocambolesca evasione dal carcere dell’Asinara, avvenuta nel 1986. Nato a Lula in provincia di Nuoro, nel 1957, Boe studiò agraria nel paese natio per trasferirsi poi a Bologna, dove conobbe la compagna Laura Manfredi.

    Dalla relazione nacque più d’un figlio, e riguardo alla famiglia -anche in seguito agli arresti- Boe fu sempre riconosciuto un padre “ eccellente ”. Dapprima arrestato e condannato per il sequestro di Sara Niccoli, dopo l’evasione dal carcere dell’Asinara viene indicato quale ulteriore responsabile del sequestro del piccolo Farouk Kassam.

    Nel 1992, dopo un lungo periodo di indagini, Matteo Boe viene arrestato definitivamente in Corsica (Porto Vecchio) e si trova attualmente detenuto nel carcere di massima sicurezza di Opera a Milano. Quando Sara Niccoli fu liberata, la ragazza definì il bandito come un uomo gentile, ma le modalità di esecuzione dei successivi reati riportate dagli inquirenti, rivelerebbero una natura crudele (ci si riferisce al taglio di parte dell’orecchio inferto al piccolo Farouk).

    Oggi Matteo Boe è considerato uno dei massimi esponenti del banditismo sardo, rifiuta di essere definito “ criminale italiano ” (ribadisce l’appartenenza alla Sardegna, elevata dal bandito a Nazione) e preferisce essere chiamato “ fuorilegge ”. Anche dal carcere non rinuncia a rilasciare testimonianze e interviste.

    Nel 2014 Matteo Boe ha affermato: (omissis)… Il paese era Lula, un paesino nel circondario di Nùoro, nella Patria Sarda. E adesso? Adesso chi sono? (omissis)… Non ho nome, non ho casa né Paese. Non ho età, non ho affetti né libertà. Mi chiamo solo prigioniero per trent’anni (in sardo nuorese “ E so chen’e lùmene, domo no apo, idda non tenzo. So chen’e etate, so chen’e afetu nen libertate. Presu e bia mi naro pro trint’annos ”.)

    Nel 2003 il bandito subisce la perdita della figlia Luisa, di soli 14 anni, uccisa proprio a Lula con un agguato. Le indagini sui responsabili sono state prima chiuse e poi riaperte su richiesta della moglie del Boe, Laura Manfredi; le piste seguite ancora oggi sono l’errore sul bersaglio, moventi di matrice politica, o la vendetta in applicazione del Codice Barbaricino.

    Lula, paese natale del Boe, rimane un comune commissariato. Diversi attentati hanno infatti impedito negli anni l’instaurazione di un sindaco. Il piccolo centro della Barbagia tuttavia, è conosciuto per il costume sardo di Lula (Su Battileddu) e come tappa dell’evento Autunno in Barbagia.

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